Lesioni legamentose del ginocchio
L’articolazione del ginocchio è la più complessa dello scheletro umano: la componente capsulo-legamentosa garantisce stabilità all’articolazione che unisce coscia e gamba. Negli sport di contatto, nel calcio, rugby, pallavolo, basket, sci , a seguito di un brusco cambio di direzione o di un incongruente appoggio del piede, la componente capsulo legamentosa può subire dei traumi: la lesione del legamento crociato anteriore e laterale, è l’infortunio più ricorrente.
La ricostruzione chirurgica del legamento crociato anteriore o posteriore rappresenta il trattamento ottimale negli under 30-35, mentre non porta significativi vantaggi oltre tale età. La via conservativa rappresenta il trattamento migliore attraverso un adeguato percorso riabilitativo di potenziamento muscolare e propriocettivo volto al recupero della stabilità dell’articolazione ; il tutore può essere utilizzato nel post-trauma e nel post-operatorio.
La conformazione del ginocchio è poco congruente ( da una parte l’estremo distale del femore, curvilineo, e dall’altra l’estremo prossimale della tibia, piatto). Un adattamento dei due capi ossei avviene attraverso i 2 menischi, mentre i legamenti determinano la stabilità del ginocchio, che, anteriormente, è data dal legamento crociato anteriore e, posteriormente, dal crociato posteriore, mentre, sui due lati, dal legamento laterale interno ed esterno; inoltre per la stabilizzazione concorrono la muscolatura, le inserzioni tendinee, oltre alla rotula e al tendine rotuleo.
I legamenti sono strutture molto complesse che devono garantire la stabilità del ginocchio nei suoi diversi movimenti: quello di flesso-estensione, quello di rotazione dall’interno all’esterno, di rotolamento in avanti e indietro. Nella lesione di queste strutture il ginocchio è gonfio e perde la sua funzionalità determinando instabilità dell’articolazione per cui occorrono ghiaccio e terapia fisica. Nelle lesioni non recuperate il paziente può presentare un senso di instabilità articolare, di cedimento, di dolore, camminando normalmente, salendo o scendendo le scale.
Sovente la lesione riguarda più legamenti e si manifesta a seguito di una brusca variazione dell’asse di carico del ginocchio, quando, atterrando, il piede assume una posizione incongrua, la direzione della progressione del cammino varia, in modo significativo rispetto all’appoggio normale al suolo. Dal punto di vista biomeccanico, si verifica una dislocazione dei carichi , che incide sulla resistenza delle strutture legamentose, che , in condizioni normali, sarebbero in grado di sopportare sino a 4 volte il peso del nostro corpo; come conseguenza risulta distrazione, allungamento, stiramento delle fibre, rottura del legamento crociato anteriore.
Nell’immediato occorrono le stampelle per un appoggio senza carico, una calza elastica femoropodalica per la profilassi della tromboembolia venosa e un tutore al ginocchio con ginocchiera articolata: il ginocchio deve essere mantenuto in una posizione fissa di flessione a 20 gradi, per poi essere immobilizzato in base al tipo di lesione. Il riposo assoluto è sconsigliato, poiché è fondamentale il mantenimento di un buon tono della muscolatura della coscia. L’esercizio di contrazione isometrica del quadricipite femorale, ( specie vasto mediale ) e l’esercizio SLR ( straight leg raise ) si devono eseguire precocemente per la prevenzione delle ipotrofie muscolari. A mio avviso, a complemento, sono utili alcune terapie: la terapia vibrazionale con le giuste frequenze per ogni lesione ed individuo e la terapia propriocettiva tramite attrezzature di ultima generazione, la Ionorisonanza onde prevenire e limitare l’insorgere dell’artrosi.
Per un’indagine clinica occorrono una accurata anamnesi per identificare il tipo di trauma, gli eventuali fattori predisponenti, l’esecuzione di specifici test ( Lachman test, Jerch test, il test del cassetto anteriore, manovre di flessione, estensione di cassetto posteriore ed anteriore, rotazione interna ed esterna ).
La risonanza magnetica fornisce varie informazioni sul crociato anteriore e su contusioni delle strutture scheletriche, inoltre dà un’idea chiara senza dover praticare una artroscopia diagnostica; con
un’immobilizzazione corretta, per la spontanea capacità riparativa del soggetto, la lesione può risolversi senza trattamento chirurgico: un eventuale intervento ricostruttivo può essere applicato anche dopo un anno
Un buon bilanciamento del quadricipite femorale e degli ischio crurali, attraverso un programma di potenziamento muscolare, una rieducazione posturale del controllo neuromuscolare attraverso esercizi propriocettivi, possono garantire ottimi risultati. Per favorire la stabilità statica e dinamica del ginocchio, è importante il rinforzo dei muscoli ischio crurali che si oppongono allo scivolamento anteriore della tibia sul femore; la loro attivazione precoce è utile anche nella prevenzione di eventuali lesioni; un tutore elastico che stimola la sensibilità propriocettiva è indicato per un periodo breve.
La riabilitazione postintervento deve essere personalizzata in base al trattamento subito.