SCLEROSI SISTEMICA

 

E’ una malattia reumatica autoimmune cronica e rara evidenziabile da anticorpi caratteristici e caratterizzata da alterazioni degenerative e sclerosi cicatriziali di cute, articolazione ed organi interni (anomalia dei vasi sanguigni   La causa non è nota è presente soprattutto nelle donne tra i 20/50 anni con un rapporto 4 a 1 con uomini. Possono svilupparsi gonfiore delle dita, sensazioni di freddo e colorazione blu delle dita, blocco delle articolazioni generalmente in flessione, danni al sistema gastrointestinale, ai polmoni, al cuore e reni. Non esistono cure, tutta via si possono trattare i sintomi e le diffusioni organiche. La sclerosi sistemica causa una produzione eccessiva di collagene ed altre proteine in vari tessuti.

Sclerosi sistemica limitata: colpisce solo la cute e si manifesta come indurimento del viso, mani, avambracci, gambe e piedi; si accompagna sovente al reflusso gastroesofageo ed ipertensione polmonare.

Sclerosi sistemica diffusa: i danni si diffondono a tutto il corpo ed è caratterizzato da sintomi Raynaud. Progredisce rapidamente e si complica con malattia polmonare interstiziale. Talora si sviluppa infiammazione dei muscoli (MIOSITE) altre volte danneggia le estremità inferiori dell’esofago che non riesce più a spingere in modo idoneo il cibo nello stomaco con il rischio di ostruzione: si va dall’esofagite di Barret ad un cancro. Nella malattia polmonare interstiziale sono colpiti i vasi sanguigni che irrorano i polmoni, procurando ipertensione polmonare, insufficienza cardiaca e aritmia.

La fibrosi, le anomalie vascolari cutanee ed articolari sono responsabili di ispessimenti cutanei, retrazione dei tessuti periarticolari, deformità delle dita di mani e piedi: ciò determina un impatto sulla qualità della vita con necessità di diagnosi precoce prima dell’instaurarsi della sclerosi.  La malattia evolve da una fase edematosa a una sclero atrofica. Non esiste un protocollo unico di riabilitazione, poiché molte possono essere le cause ed evoluzione. Le tecniche possono essere efficaci ma non alternative nel controllo del dolore e nel mantenimento del tono muscolare e non sull’evoluzione. Si deve valutare la persona con la sua disabilità in modo olistico: età. aspetti lavorativi, intresi, hobby, ecc. Nell’evoluzione della malattia la cute è soggetta a 3 fasi successive di modificazione: edematosa, atrofica, indurativa. Colpisce soprattutto le mani, che, in fase tardiva, vanno incontro a deformazioni irreversibili in flessione (mani ad artiglio); colpisce inoltre i piedi; il volto diventa amimico con naso affilato e rughe (facies sclero atrofica). Gli esercizi di mobilizzazione possono essere accompagnati dal massaggio che può essere connettivale, linfodrenaggio e altri, e possono prevenire o ritardare la retrazione della cute e migliorarne la vascolarizzazione. La mobilizzazione stimola la funzionalità dei vasi e quindi dei fluidi presenti nella cute con riduzione dell’edema e un innalzamento della soglia del dolore. Possono essere utili gli ultrasuoni e la mobilizzazione in acqua.

Gli esercizi devono essere lenti e progressivi e possono essere suddivisi    in * esercizi isometrici: sono utili nelle artropatie * isotonici: possono provocare dolore muscolare, pertanto non sono adatti in pazienti con patologie articolari * isocinetici: son utili per evitare il sovraccarico articolare. Occorre inoltre * rispettare lo stimolo del dolore, i vizi antalgici e le retrazioni muscolari * favorire l’allineamento delle articolazioni nella loro posizione più stabile, evitando manifestazioni antalgiche e l’eccessiva estensione dei tendini e dei ligamenti * cercare di mantenere il più possibile la funzionalità residua continuando le attività comuni con eventuali accorgimenti.

Per questo è opportuno eseguire un test sul microbiota, con cui si potrà valutare gli scompensi batterici instauratisi. Inoltre si potrà verificare quali batteri, in numero eccessivo, causano stati infiammatori, che squilibrano l’assorbimento di proteine, vitamine e sali minerali, (tali sostanze consentono un equilibrato PH per una corretta omeostasi cellulare e una corretta disinfiammazione). Occorre pure ripristinare una comunicazione e vitalità cellulare attraverso l’apporto di enzimi ed aminoacidi essenziali, necessari per la riparazione e attivazione delle memorie cellulari.

A tal proposito, presso il Centro Fisioterapico eseguiamo terapie di Ionorisonanza e terapia enzimatica, per il ripristino cellulare, aiutando così il paziente al recupero della motilità e il riappropriarsi della sua autonomia.

 

 

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