Fa bene salire sulle pedane vibranti ?

 

                            PEDANE VIBRANTI e successive derivazioni

Da più di 25 anni, nelle palestre e nei centri di fisioterapia sono comparse le pedane vibranti.

In commercio esistono molti modelli che promettono risultati strabilianti sulla muscolatura di coloro che si affidano a questa tecnica.

I primi studi scientifici furono iniziati dal Dr. Carmelo BOSCO e dai suoi collaboratori, che costruirono una prima macchina basculante chiamata “Galileo”.

Questa pedana vibrante sviluppava una ondulazione con uno spostamento laterale, per cui

gli effetti prodotti sull’organismo risultarono  non appropriati, pertanto occorreva costruire una pedana vibrante, che producesse minimi spostamenti e ridotti movimenti sussultori, in modo da non provocare effetti dannosi alla colonna vertebrale, bensì stimolazione a livello muscolare.

Nell’autunno del 1997 venne costruita la prima pedana: si diede inizio a ulteriori studi e alla produzione di ciò che sarebbe diventato una grande scoperta.

Purtroppo il 25 novembre 2003 il Dr. Bosco morì a causa di una grave malattia e i lavori di ricerca si interruppero.

Nel 2009, grazie alla tenacia di alcuni collaboratori, i lavori ripresero e la ricerca progredì con ulteriori approfondimenti sui motori, sui materiali, sugli oggetti ( pedane, manubri, manipoli ).

Oggi, in base all’obiettivo che si vuole raggiungere, si è ottenuto il sistema di come erogare e regolare lo stimolo vibratorio raggiungendo il tipo di vibrazione ottimale in relazione alle caratteristiche della persona trattata “vestito su misura”modificando i motori, il loro posizionamento, selezionando i materiali sempre più compatibili con le vibrazioni con e/o senza intercapedini onde ottenere nuove metodiche di riequilibrio neuromuscolare.

Inoltre sono stati ideati manubri vibranti di 3 tipi : 1) per potenziare, 2) per detensionare 3) per poterli utilizzare durante la camminata o la corsa o durante l’inverno dentro i guanti, anche durante una gara.

“Una stimolazione vibratoria speciale” effettuata prima di un esercizio o di una performance migliora la prestazione stessa,  con possibilità di ulteriore sorprendente miglioramento durante l’esercizio.

Come enunciato, nella medicina riabilitativa si è affermata l’applicazione terapeutica di vibrazioni meccaniche nel trattamento di numerose patologie cliniche e nella riabilitazione sportiva.

 

L’esposizione alle vibrazioni può avere sull’organismo effetti positivi o negativi in base al:

  • tipo di oscillazione e
  • alla durata dell’esposizione stessa

Le vibrazioni meccaniche, se applicate per periodi di esposizione ridotti e frequenze di oscillazione dell’ordine di 15-20 Hz, non solo non comportano alcun effetto negativo a livello organico, ma possono indurre adattamenti positivi del corpo umano.

Il corpo umano non vibra come una massa unica con un’unica frequenza naturale, ma ogni sua componente ha la propria frequenza di risonanza, il che provoca una amplificazione delle vibrazioni con input da parte di ogni segmento corporeo.

Si deve porre particolare attenzione alla modalità di trasmissione delle vibrazioni: se applicate all’intero corpo in modo specifico non sono sempre utili.

E’ indispensabile localizzare le vibrazioni ad un segmento corporeo ben preciso e focalizzare il più possibile l’effetto nella zona interessata.

 

 

 

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