Il nostro corpo, visto al microscopio, appare come un qualcosa di perfetto e ben organizzato.
Ogni suo elemento è al posto giusto ed interviene al momento opportuno..
Sin dai primi giorni del nostro concepimento, ogni singola particella, (cellula), si sviluppa in modo tale da non interferire con le altre e, dopo circa nove mesi, viene alla luce un essere umano già in grado di sentire, capire, percepire e reagire a tutto ciò che lo circonda. A quel punto inizia un lungo cammino che in base alle sue esperienze, soprattutto alimentari e psicologiche, determineranno le caratteristiche della sua personalità adulta.
Osserveremo ora un primo aspetto, molto importante, per il suo futuro: svezzamento e nutrimento.
Alla sua venuta al mondo il nuovo nato ha il suo primo impatto con gli agenti per lui inquinanti: la polvere, lo smog, presente anche nella sala parto, l’alito e germi trasmessi da chi lo accoglie tra le proprie braccia, ma non c’è nulla da temere, la mamma è pronta a somministrarle le sue difese attraverso la prima poppata al seno.
E’ da li che arriveranno i primi difensori del corpo, coloro che attiveranno “IL SISTEMA IMMUNITARIO”.
Dopo circa 8/12 mesi di allattamento, ecco un neonato pronto per lo svezzamento: l’ incontro con altri difensori del corpo che saranno attivati da piccole sostanze alimentari. Dalla scelta di questi primi alimenti, si determinerà la buona o scarsa salute ad affrontare gli
anni della crescita.
Uno svezzamento sbagliato, potrà determinare anche a distanza di molti anni, la comparsa di disturbi di ogni genere.
E’ durante lo svezzamento che il bimbo/a attiva e sviluppa il proprio sistema immunitario, nel suo microbiota porrà le basi per affrontare giorno per giorno, il riconoscimento di nutrienti che saranno metabolizzati dagli alimenti ingeriti.
Tutto il cibo che la natura ci offre, sarà buono e nutriente , se noi sapremo riconoscerlo e digerirlo: questo significa aver attivato i sistemi nei tempi e modi corretti.
Non lasciamoci ingannare dalle pubblicità false, atte solo a scopi commerciali; impariamo invece dall’esperienza dei nostri nonni cosa comprare, cosa mangiare e quando mangiarlo. Oggi acquistiamo cibo inutile, consigliato dalla pubblicità e non dalle esigenze del nostro corpo che conosce bene le
stagioni e ciò di cui ha bisogno.
Bisogna ricordare che il corpo ha bisogno del cibo come carburante, non come zavorra da trasportare.
L’alimentarsi deve essere un piacere sia di gusto che di vista. Il cibo deve essere sempre di buona qualità. ma cos’è che determina la buona qualità?
Non sempre è la proprietà del cibo a determinarne la bontà, ma spesso siamo noi stessi o meglio, il nostro intestino nella fattispecie del microbiota, che non è preparato o idoneo a ricevere quel cibo. Noi facilmente alteriamo il nostro sistema digestivo, con l’assunzione ripetuta di farmaci (antinfiammatori, antibiotici ecc.), alteriamo le primarie funzioni ed impoveriamo gli agenti e le sostanze chimiche atte all’assimilazione e trasformazione degli alimenti in nutrienti.
Pertanto non dobbiamo considerare “ non buono “ il cibo , mentre siamo noi non più idonei ad assimilare quelle sostanze, per aver creato un disequilibrio, una disbiosi intestinale.