Muscoli della respirazione:
• Muscoli principali: *l diaframma, * intercostali esterni e intercostali interni, *dentato posteriore superiore e inferiore.
• Muscoli ausiliari: scaleno anteriore, medio e posteriore, sternocleidomastoideo, trasverso del torace, elevatori delle coste. grande e piccolo pettorale, obliquo esterno e interno dell’addome, retto e trasverso dell’addome
• Muscoli della colonna: quadrato dei lombi, sacro spinale, lungo del dorso e del collo, ecc.
Esiste una respirazione apicale, basale e diaframmatica: in quest’ultima il muscolo più utile è il diaframma: la zona epigastrica deve venire in fuori quando l’aria entra nei polmoni, per cui conviene adoperare delle frasi come faccia gonfiare la pancia e poi la faccia sgonfiare-o via la pancia, via l’aria”; nella espirazione occorre far rientrare la zona epigastrica contraendo la muscolatura addominale, senza movimenti del torace: occorre evitare il movimento paradosso, ossia l’innalzamento del torace durante l’espirazione (petto in fuori, pancia in dentro).
Le cause principali della respirazione inefficiente sono da distribuire nelle caratteristiche del torace, che risulta capace di aumentare e diminuire le sue dimensioni: * in antero-posteriore per i movimenti delle coste che spostano in avanti e indietro lo sterno, *in laterale: movimento in senso laterale con spostamento delle coste, * supero-inferiore per il movimento del diaframma.
L’ampiezza della ventilazione polmonare dipende dall’ampiezza della cassa toracica e del diaframma, da una rigidità delle articolazioni costo-vertebrali. Occorre pertanto il movimento respiratorio giusto con esercizi in diverse posizioni: in piedi, seduto, coricato.
I muscoli del cingolo scapolare (gran dentato, grande e piccolo rotondo, deltoide, trapezio, sovra infraspinato, ecc.) assumono un ruolo importante nel generare le pressioni inspiratorie. Molti lavori affermano che programmi di allenamento specifico degli arti superiori determinano significativi miglioramenti della loro performance. I metodi consigliati sono o esercizi a braccia sostenute, come con l’ercolina,l’ ergometro a manovella, o a braccia non sostenute come quelli che prevedono l’utilizzazione di pesi, manubri o bande elastiche collegate alle caviglie.
La durata del programma dovrebbe essere almeno di 20 sedute complessive svolte almeno tre volte la settimana, con regolare supervisione anche se in regimi più brevi (10-12 giorni) come per esempio nella previsione di preparazione ad interventi chirurgici; più lunghi sono i programmi, maggiore è l’effetto allenante. Nonostante anche allenamenti a bassa intensità possano determinare significativi effetti fisiologici, i maggiori risultati allenanti vengono ottenuti con esercizi ad alta intensità; pertanto l’attività dovrebbe essere programmata con lo scopo di raggiungere 30 minuti al giorno di esercizio.
Dal punto di vista pratico, si inizia con un breve periodo di “riscaldamento” (3-5 minuti), senza carico, seguita dall’allenamento vero e proprio, che consiste in un periodo iniziale di 10 minuti, con un carico ridotto che deve aumentare gradualmente di intensità.