Lesioni legamentose del polso
Il polso è un’articolazione molto complessa, costituita da ossa e ligamenti (8 ossa carpali, 5 metacarpi, 20 articolazioni, 16 falangi), che si muovono con una sincronia e una precisione perfetta garantendo un’ampia gamma di movimenti in flesso estensione, in prona supinazione, in abduzione adduzione
Negli sport ( tipo tennis, scherma, o sport da contatto tipo arti marziali, calcio ,specie il portiere ), a seguito di traumi violenti, diretti o indiretti, come una rotazione, una prono supinazione repentina, i ligamenti che compongono questa articolazione possono lesionarsi creando instabilità e dolore: tra essi la fibrocartilagine triangolare TFCC, complesso legamentoso che unisce il radio con l’ulna (menisco del polso) ), la quale determina la stabilizzazione del polso e una funzione di ammortizzamento del carico assiale. La sua lesione può portare a instabilità e dolore quando il trauma riguarda la porzione superficiale del legamento. Tramite moderni artroscopi per la chirurgia del polso, la lesione può essere risolta con successo in maniera mininvasiva.
Un tutore dedicato, in materiale termoplastico, con cuscinetti pressori in neoprene disposti a livello della testa dell’ulna, svolge un ruolo importante, sia nel preoperatorio, sia nel post operatorio: ha la funzione di contenerla, mantenendola nella sua sede anatomica; permette il movimento del gomito e blocca solo il polso, inibendo la prono supinazione grazie a 2 prolungamenti prossimali sugli epicondili e consente di effettuare una mobilizzazione precoce delle dita: da tener presente che il gomito è un’articolazione sensibile ai prolungati periodi di immobilizzazione
DIAGNOSI
E’ effettuata attraverso test clinici statici (digitopressione) e dinamici (test del cameriere: simula un carico sul palmo della mano: la resistenza del paziente causa molto dolore; l’ampia oscillazione delle 2 ossa (ballottamento di radio e ulna) sollecitano i ligamenti e il dolore indica una rottura a carico del TFCC.
Si devono eseguire radiografie e artro RM.
Il trattamento chirurgico per la ricostruzione del TFCC dà ottimi risultati.
Il trattamento dell’edema si pratica con posture declivi: quindi il ripetuto mantenimento del braccio in alto, durante il giorno e la notte, al fine di prevenire gonfiori alla mano e dita, importanti i movimenti della spalla per una corretta circolazione sanguigna si pratica alla 4°settimana con la dismissione del tutore. Alla 5° settimana, dopo l’intervento, il percorso riabilitativo prevede il recupero dei ROM, cominciando dalla flesso estensione del polso con manovre di terapia manuale, limare le aderenze circonferenziali delle articolazioni, proporre il movimento angolare
La terapia manuale deve interessare ogni articolazione medio carpica del polso, ma non la zona del TFCC. Senza schemi di compenso utilizzando gli estensori delle dita per estendere il polso: il terapista deve insegnare a inibirli, reclutando i tre estensori del polso: (radiale breve e lungo, estensore ulnare del carpo).
Alla 6° settimana il terapista deve recuperare i movimenti di scorrimento dei tessuti, anche a livello del gomito, deve trattare le fasce muscolari dell’avambraccio e allentare le tensioni della membrana interossea, (tale membrana tra radio e ulna mantiene in asse l’articolazione radio-ulnare-distale).
L’obbiettivo del lavoro manuale è di allentare tutte le tensioni per preparare il polso alla prono-supinazione, in seguito si deve lavorare sull’incremento dei ROM anche con esercizi a casa passivi o assistiti attraverso sfere di diverse dimensioni sulle quali posturare il palmo della mano e far ruotare il polso, oppure attraverso l’uso di un bastone, per ultimo il recupero della forza muscolare.
Si tratta di una fase delicata perché il paziente potrebbe forzare eccessivamente l’articolazione scatenando tendiniti da sovraccarico: il rinforzo deve essere graduale anche utilizzando elastici a resistenza graduata.
Sono inoltre utili la terapia vibrazionale la inoorisonanza, il nuoto a rana attraverso il movimento della prono-supinazione.; inoltre