L’intestino è l’interfaccia più estesa tra uomo e ambiente esterno: tramite il microbiota intestinale, attraverso la mucosa intestinale, svolge un effetto barriera contro i germi patogeni, le sostanze tossiche, le polveri sottili, le particelle estranee, inoltre stimola il sistema immunitario e attua una permeabilità selettiva per i nutrienti. Il sistema immunitario intestinale attraverso le placche di Peyer contribuisce per il 75 / 90 % alle nostre difese: se la risposta immunitaria e flogistica
non è controllata diventa generalizzata., pertanto tutte le malattie croniche, da quelle autoimmuni a quelle degenerative, devono tenere in considerazione la eubiosi o la disbiosi. Per favorire il lavoro dell’intestino di devono praticare alcune considerazioni. L’intestino si nutre di acqua (il calcolo della quantità è rappresentato da: peso corporeo moltiplicato per 3, visivo 1000), può essere utile l’assunzione di 1 o 2 bicchieri di acqua tiepida al mattino con succo di limone; si nutre inoltre di frutta, verdura, cereali integrali, legumi. Occorre ridurre il latte e i derivati (l’intolleranza è presente nel 60% delle persone), la carne rossa (1 volta alla settimana) e prediligere quella bianca, ridurre la carne di maiale e previlegiare il pesce, ridurre i carboidrati raffinati, gli zuccheri, gli alcolici (1 bicchiere a pasto per la presenza utile di resveratrolo) e il caffè (1 o 2 tazzine al dì per la presenza negativa di nichel). Per la mucosa sono, invece, utili il succo di aloe, la mucillagine di malva, la clorofilla. Il microbiota è costituito da miliardi di virus, batteri, miceti con attività metaboliche e nutrizionali; ha funzione protettiva e stimola la risposta immunitaria di fronte all’attacco di agenti patogeni provenienti dall’esterno. I microrganismi dell’intestino (autoctoni o di origine ambientale) rappresentano il microbiota intestinale, che pesa circa 1,5 kg., è composto da circa 500 specie di batteri: alcune famiglie come i Bacteroides thetaiotaomicron sono utilissime; aumentano, infatti, la capacità dell’organismo di metabolizzare i carboidrati, altre possono diventare nocive come, per esempio, il Clostridium difficile, che, in genere, sono arginati da altri batteri. I batteri” buoni” proteggono l’ospite, producendo il muco che è una barriera tra le cellule della parete intestinale e i microrganismi, attuando la risposta infiammatoria e le difese immunitarie. Il microbiota intestinale ha una funzione protettiva, formando una barriera selettiva contro la proliferazione dei batteri patogeni.
Origine del microbiota intestinale L’origine del microbiota risale al momento del parto nei primi istanti di vita: durante la vita intrauterina, pur essendo influenzato da numerose caratteristiche della madre, dall’alimentazione, dall’uso del fumo di sigaretta, dallo stress e altro, l’intestino del feto è sterile. Attraverso il canale del parto, i microrganismi della madre si trasferiscono al bambino, iniziando la colonizzazione. Inoltre l’allattamento al seno contribuisce, soprattutto attraverso il colostro, a un miglior sviluppo del microbiota, che evolve e si completa progressivamente fino alla terza età, quando il nostro fisico è maggiormente soggetto ad alterazioni. Il microbiota intestinale contribuisce alla eubiosi cioè all’equilibrio fisiologico tra i microrganismi che coabitano in esso, solo se viene attuato uno stile di vita sano e attivo.